4 juin 2011

Les expulsions vers l'Egypte continuent et s'intensifient en Italie

L'excellente collaboration entre les gouvernements italien et egyptien se poursuit, notamment dans le domaine des expulsions. Depuis le début de l'année, 507 personnes identifiées comme égyptiennes ont été expulsées d'Italie immediatement après leur arrivée.
Hier soir ce sont 71 personnes qui ont été expulsées à bord d'un charter Egypt Air. Ces 71 personnes faisaient partie d'un groupe de 130 arrivées dans dans les Pouilles le 31 mai. Parmi elles plusieurs avaient tenté de s'enfuir et s'étaient révolté dans le centre d'accueil où elles avaient été conduites pour être identifiées. Parmi ces 130 personnes, 3 ont été arrêtées pour aide à l'immigration clandestine et 5 restent à disposition de la justice (donc en Italie) en tant que témoins.

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IMMIGRATI: VIMINALE, RIMPATRIATI 71 EGIZIANI CLANDESTINI

(ASCA) - Roma, 4 giu - Nella serata di ieri, sono stati rimpatriati i 71 cittadini egiziani che fanno parte del gruppo di 135 clandestini intercettato, all'alba di giovedi' scorso, a 2 miglia da Otranto (LE), a bordo di un peschereccio. Lo riferisce una nota del Viminale.

Tutti gli stranieri, prosegue la nota, nel corso delle interviste effettuate da esperti della Direzione Centrale dell'Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, affiancati da personale specializzato delle Direzioni Centrali Anticrimine e della Polizia di Prevenzione, hanno negato di essere egiziani e 60 di loro hanno dichiarato di essere minorenni. Tuttavia, dagli accertamenti svolti, e' emerso che solo in 7 non erano egiziani, mentre i minorenni erano solo 49. Dei restanti 79 egiziani, sono stati 3 gli arrestati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, mentre altri 5 sono stati messi a disposizione dell'autorita' giudiziaria in qualita' di testi.

I rimanenti 71, invece, sono stati rimpatriati ieri sera, con un volo charter della Egypt Air, decollato dall'aeroporto di Bari e diretto a Il Cairo. Ad essi si aggiungono altri 2 egiziani, sbarcati nei giorni scorsi sulle coste siciliane, individuati da un pool di esperti addestrato all'accertamento delle nazionalita' degli sbarcati, che sono stati anch'essi rimpatriati, con un volo di linea della stessa Egypt Air, partito dall'aeroporto di Fiumicino.

Il rimpatrio dei 73 egiziani, conclude la nota, e' l'effetto diretto della sinergia operativa che caratterizza i rapporti intercorrenti tra la Direzione Centrale dell'Immigrazione e della Polizia delle Frontiere e la Rappresentanza diplomatica egiziana in Italia, che con tale operazione hanno inferto l'ennesimo duro colpo alle organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani.

Infatti, dall'inizio dell'anno, sono 507 gli egiziani rimpatriati a Il Cairo subito dopo il loro arrivo sulle coste italiane.

com-map/cam/ss

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Immigrati : da Bari al Cairo, rimpatriati 71 egiziani

Roma, 4 giu. - (Adnkronos) - Ritorno al Cairo. Ieri sono stati rimpatriati 71 cittadini egiziani del gruppo di 135 clandestini intercettato a bordo di un peschereccio lo scorso giovedi', a due miglia da Otranto, in provincia di Lecce. Insieme a loro altri due connazionali, arrivati in Sicilia, e individuati da un pool di esperti addestrato all'accertamento delle nazionalita' degli sbarcati. Questi ultimi - si legge in una nota - sono partiti da Fiumicino, mentre gli altri sono decollati dall'aeroporto di Bari.

Tutti gli stranieri, nel corso delle interviste effettuate da esperti della Direzione Centrale dell'Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, affiancati da personale specializzato delle Direzioni Centrali Anticrimine e della Polizia di Prevenzione - continua la nota - avevano negato di essere egiziani e 60 di loro hanno dichiarato di essere minorenni. Tuttavia, dagli accertamenti svolti, era emerso che solo in sette non erano egiziani, mentre i minorenni erano solo 49. Dei restanti 79 egiziani, tre sono stati arrestati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, mentre altri cinque sono stati messi a disposizione dell'autorita' giudiziaria in qualita' di testimoni.

Il rimpatrio dei 73 egiziani e' l'effetto diretto della sinergia operativa tra la Direzione Centrale dell'Immigrazione e della Polizia delle Frontiere e la Rappresentanza diplomatica egiziana in Italia, che con tale operazione hanno inferto l'ennesimo duro colpo alle organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani. Infatti - conclude la nota - dall'inizio dell'anno, sono 507 gli egiziani rimpatriati al Cairo subito dopo il loro arrivo sulle coste italiane.

04/06/2011

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Peschereccio pieno di disperati in fuga, 136 a bordo
E' il più grosso sbarco nel Salento degli ultimi anni. L'imbarcazione scortata in porto di notte. Si tratta di nordafricani. Tensione e tentativi di fuga nel Don Tonino Bello. Due scafisti arrestati

OTRANTO – Si può già definire il più grosso sbarco degli ultimi anni, nel Salento. Secondo logiche che rimandando indietro nel tempo, quando venivano impiegati i mezzi più svariati per condurre in porto il numero più elevato possibile di fuggitivi da guerre civili e carestie. E dunque, non un lussuoso yacht preso in affitto, che può ospitare da venti, fino a sessanta persone, come da consuetudine, da un anno in qua (sistema usato per cercare di trarre in inganno i controlli). Né un gommone oceanico, con potenti motori, in grado di seminare eventuali inseguitori. Ma un vero e proprio peschereccio d’altura di circa 30 metri, straripante di uomini. Ben 136 le persone a bordo. Tutti maschi e giovani.

E’ esattamente questo, il tipo d’imbarcazione nella quale si sono imbattuti nella notte i militari della guardia di finanza, a bordo di una delle tante motovedette che solcano le coste salentine, pattugliando le acque territoriali, proprio per intercettare possibili scafi carichi di profughi. Una novità che lascia presagire qualche possibile evoluzione di particolare rilievo. Perché si tratta di nordafricani in fuga, in questo caso (forse tutti o quasi egiziani, ma potrebbero esservi anche libici e tunisini) da delicate situazioni, nei loro Paesi d’origine, ampiamente note alle cronache.

Dunque, potrebbe essere l’avvisaglia di un cambio di rotte marittime. Non più solo verso la Sicilia (Lampedusa, in prima istanza, ormai satura), ma in direzione di altre località, nel tentativo di aggirare i controlli. Anche se già nel recente passato si sono registrati casi analoghi, con tentativi di sbarchi verso il nord della Puglia e nel Lazio. Segno che comunque la tendenza è già in atto, anche se finora con gesti sporadici.

Tant’è. Il grosso peschereccio è stato avvistato al largo di Otranto, poco dopo mezzanotte. C’è stato un primo alt, ma sembra che abbia proseguito la marcia verso la costa, senza fermarsi. A quel punto, i finanzieri sono riusciti ad abbordarlo e a fermarlo, anche grazie al supporto della guardia costiera. Una cinquantina di persone sono state fatte salire sui mezzi marittimi dei militari, perché l'imbarcazione era troppo carica. Vecchio, fatiscente, rischiava seriamente di affondare. Il barcone è stato così scortato verso il porto della “Città dei Martiri” e in seguito posto sotto sequestro.

Una volta raggiunta terra, alle operazioni hanno partecipato i militari della finanza della compagnia locale e della capitaneria di porto. Gli extracomunitari sono stati trasferiti, come sempre, nel centro di prima accoglienza “Don Tonino Bello”, per essere visitati e rifocillati, prima delle operazioni d’identificazione. Anche se, una volta raggiunto il posto, si sono vissuti momenti di forte tensione.

In molti hanno inscenato una vibrante protesta, quando hanno intuito che per molti si prospetta il rimpatrio, facendosi forza anche in virtù del numero piuttosto alto e del fatto che fossero tutti giovani (l’età è fra i 20 ed i 30 anni). Sfondato un muro di cartongesso, alcuni hanno tentato la fuga. Sono arrivati rinforzi, carabinieri e polizia a bordo di altre pattuglie. Vi sono state anche alcune zuffe fra gli stessi immigrati. Fra chi, cioè, tentava di riportare la calma e chi cercava (anche dal tetto dell’edificio) di scappare.

Solo alle prime luci dell’alba le forze dell’ordine sono riuscite a sedare gli animi, insieme al personale volontario (per approfondimenti sulla lunga notte di risse e fughe: leggi). Non senza difficoltà, in tarda mattinata, sono poi stati identificati gli scafisti. Si tratta di due egiziani, che vanno incontro all’arresto. Si erano mescolati con i passeggeri. Inizialmente erano stati identificati in tre, come conducenti del peschereccio. Ma proprio in queste ore, s'è appurato che uno di loro era in realtà un passeggero, che sarebbe stato costretto dagli altri due a coadiuvarli.

Una cosa è certa. La stagione degli sbarchi, ripresa ormai da oltre un anno, sembra intensificarsi, non riguardando più solo mediorientali in fuga da Afghanistan o Iran e in partenza dalle coste fra Albania e Grecia. Ma anche magrebini oppressi da nuove guerre e sconvolgimenti politici in un’area del Mediterraneo nella quale l’Italia, inevitabilmente, riveste un ruolo strategico.

L’attività è stata svolta nell’ambito dell’operazione congiunta “Aeneas 2011”, condotta, come già l’operazione “Ermes” di Lampedusa, dall’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea (Frontex), il cui obiettivo è quello di frenare i flussi migratori clandestini verso Puglia e Calabria.
(giovedì 2 giugno 2011)
E. F.

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Lunga notte di risse e di fughe al “Don Tonino Bello”
Uno scenario teso quello chiusosi alle prime luci dell’alba nel centro otrantino: singolare la fuga di un ragazzo arrivato sino a Cocumola e ripreso dalle forze dell’ordine. Rimpatrio in 24 ore?


I clandestini presso il centro di accoglienza "Don Tonono Bello" di Otranto
OTRANTO - È stata una lunga notte quella appena trascorsa al “Don Tonino Bello” di Otranto, tra tensione e qualche rissa, dopo lo sbarco di quasi 150 immigrati in una sola volta sulle coste salentine, definito a buon ragione, il più grosso degli ultimi anni (leggi). In queste ore, sembra tornato il sereno tra le mura dell’ex centro di prima accoglienza otrantino, dove i clandestini si stanno sottoponendo alle pratiche di identificazione, prima di sapere con certezza quale sarà il loro destino.

Gli occhi iniziano a farsi pesanti, qualcuno si appoggia stancamente alle transenne che regolano il passaggio che porta all’ufficio dove il pool immigrazione sta portando avanti in maniera serrata le operazioni di riconoscimento; altri si abbandonano sui divani, sui materassi: la stanchezza emerge tutta, nonostante la giovane età del gruppo (tutti maschi di età compresa tra i 20 e i 30 anni), li porti a sorridere, scherzare, riprendersi con un telefonino, per far passare il tempo o forse anche solo per sdrammatizzare il quadro di precarietà che si profila all’orizzonte.

Sono partiti da qualche punto del Maghreb,alcuni di loro sostengono di aver preso il largo dalla Libia, attraversando per dieci giorni le insidie del Mar Mediterraneo, confidando di trovare la soluzione sicura al proprio futuro: alcuni di loro non sembrano neanche essere stati in balia del male per tanto tempo, fanno “ok” con la mano o accennano un saluto. Intorno a loro forze dell’ordine di ogni tipo e i volontari della Croce Rossa e della Misericordia di Otranto, per garantire supporto sanitario e distribuire i pasti.

Ma è stato davvero una notte difficile quella conclusasi: quando, infatti, extracomunitari sono stati trasferiti al “don Tonino Bello” ed hanno compreso che sarebbero stati rimpatriati nel giro di 24 ore, è scattata una protesta vibrante, contro le forze dell’ordine, ma anche tra compagni di viaggio. E così, facendo leva sul numero maggiore di presenze rispetto agli agenti di polizia, carabinieri, finanzieri, si sono mobilitati, cercando in ogni maniera di preparare la fuga.

Dapprima, hanno sfondato un muro di cartongesso, poi hanno cercato di darsi alla fuga attraverso il tetto dell’edificio, poi vere e proprie zuffe anche tra immigrati, sedate solo dall’arrivo di nuove pattuglie: una situazione andata avanti ad ondate, che ha visto qualche disagio arrecato anche ai volontari, e placatasi con fatica. Alcuni immigrati sono comunque riusciti a scappare: un gruppo ha cercato di nascondersi nel presidio sanitario alle spalle del centro, altri hanno provato a prendere la via delle campagne, tutti prontamente ripresi; ma il caso più eclatante è quello di un giovane, che di corsa è riuscito ad arrivare fino a Cocumola, prima di essere fermato e ricondotto ad Otranto.

Dal punto di vista degli interventi sanitari, quattro i casi che hanno richiesto il ricovero all’ospedale di Scorrano: il ragazzo in fuga a Cocumola, che nello sforzo si è procurato qualche problema agli arti inferiori, un altro uomo, che subito dopo la visita post sbarco ha avuto un collasso, un individuo con problemi di appendicite ed un altro ancora con disturbi alla vescica.

Molti degli uomini sembrano egiziani, solo in piccola parte sarebbero libici con qualche tunisino: per la maggior parte del gruppo, dunque, in base agli accordi tra Italia ed Egitto dovrebbe ipotizzarsi nel giro di 24 ore il trasporto con pullman a Brindisi e poi il rimpatrio con aereo diretto a Il Cairo. Ma il condizionale resta d’obbligo.
(giovedì 2 giugno 2011)

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