dans la presse italienne, à propos de la présence policière à la frontière entre menton et vintimille et les expulsions vers l'italie
Voir le site
un extrait de l'article
"A Vintimille on pense qu'il y a 1500 jeunes migrants venu de lampedusa après avoir traversé la méditerranée. Presque tous sont tunisiens et veulent rejoindre leurs familles en france ou en belgique. mais à ventimille ils se trouvent face à un mur de CRS. ici les frontières ont été rétablies. un accord bilatéral établit qu'un policier français arrete un suspect immigré extracommunautaire il peut le renvoyer dans le pays européen que l'on suppose etre le premier où il est arrivé. pour le prouver il suffit d'avoir un ticket de caisse, un document des autorités italiennes, un billet de train. ils tentent de traverser par tous les moyens : en train, en voiture avec un passeur. peu sont ceux qui y réussissent. la police franaçise les découvre, les arrete, leur passe les menottes et les ramène de l'autre coté de la frontière avec l'italie"
les centres de rétentions craquent mais il semble que certains aient été arretés et enfermés au Cie de Turin, pendant que des tunisiens ont été expulsés de l'italie vers la tunisie:
Voir
Voir aussi
Repubblica:
L'assalto di Ventimiglia / Foto
e i francesi alzano un muroAl confine tra la Liguria e la Francia il nuovo fronte delle guerre d'Africa. Millecinquecento persone, quasi tutte tunisine, accalcate alla frontiera. Ma la polizia francese le rimanda in Italiadal nostro inviato MARCO PREVE
VENTIMIGLIA - Anouar ha 26 anni e ci ferma poco distante dalla stazione. Stringe in mano il cellulare: "Voglio tornare a Tunisi, ho appena sentito mio fratello e mia moglie ha partorito. Devo rientrare, ma non so come fare". Lo accompagnamo al commissariato dove il poliziotto quasi sembra non credere a questa storia in controtendenza. Perché qui nessun altro, per ora, vuol tornare indietro. Yussef, ad esempio, alle 16,43 stava quasi per crederci. Dopo aver percorso la massicciata ferroviaria, sfiorato dai treni che gli passavano a pochi centimetri, pensava di avercela fatta. Era arrivato in Francia. Ma una camionetta di poliziotti lo stava aspettando dopo che dall'alto era già stato individuato nel sole accecante della Costa Azzurra. Non ha provato a scappare. Si è fatto ammanettare e riportare in Italia. Per riprovarci domani, o forse già tra un paio d'ore.
L'assalto alla Francia va in scena a Ventimiglia, ed è il nuovo fronte delle guerre d'Africa. Nella città di confine si accalcano circa 1500 giovani immigrati provenienti da Lampedusa dopo la traversata del Mediterraneo. Sono quasi tutti tunisini e vogliono raggiungere fratelli, zii, cugini a Parigi, Strasburgo o Bruxelles. Ma a Ventimiglia sbattono contro il muro della celere francese, i Crs, Compagnie repubblicaine de securitè.
Qui le frontiere sono state ripristinate. Un accordo bilaterale stabilisce che il poliziotto francese che fermi un sospetto immigrato extracomunitario possa riportarlo nel paese europeo in cui si suppone sia sbarcato per la prima volta. Per accertarlo basta uno scontrino, un foglio delle autorità italiane, un biglietto del treno. Ed ecco che il confine di Ventimiglia sembra il check point Charlie della guerra fredda berlinese. I ragazzi arrivati da Tunisi provano a passare in tutti i modi: in treno, sulla massicciata della ferrovia a pochi centimetri dai convogli, in auto con l'autostop oppure pagando i passeur - in genere anche loro nordafricani - che li accompagnano lungo le rotte di montagna delle aspre alpi marittime celebrate nei romanzi di Francesco Biamonti. Anche la scorsa notte notte sono arrivati, a bordo di un treno da Roma, oltre duecento extracomunitari.
Pochi riescono a farcela. La polizia francese li scopre, li ferma, li ammanetta e li riporta proprio al di là del confine con l'Italia. Sembra un vecchio film di spie ma il quadro è assai meno misterioso e molto più triste. Il sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino del Pdl, teme che i continui arrivi possano prima o poi creare tensioni, violenze, disordini. Fino ad ora in realtà non è successo nulla. Anzi, tutti i tunisini pagano di tasca loro panini e acqua che consumano in stazione. Certo Ventimiglia non può trasformarsi in una città-campo. Secondo Scullino sono arrivati da un mese cento immigrati al giorno, mentre il questore di Imperia Pasquale Zazzaro parla di 30. Difficile avere il conto esatto.
La prefettura, in contatto con Roma, sta cercando di prevenire un peggioramento della situazione. Si parla di una struttura di accoglienza nelle vecchie palazzine della dogana. I comitati antirazzisti hanno già indetto un manifestazione per il 2 aprile per protestare contro le condizioni cui sono costretti gli immigrati. Ma il sindaco Scullino, che è il primo cittadino di una delle città a più alta immigrazione, la pensa diversamente: "Sono clandestini e vanno rispediti in nave al loro paese"
(29 marzo 2011)
Macerie
Benvenuti a Torino
Diario
Questa mattina, dal treno arrivato a Porta Nuova da Lecce sono scesi una ventina di tunisini, probabilmente allontanatisi ieri dal Campo di Manduria, in provincia di Brindisi. Ventitrè, per l’esattezza, tutti con in tasca qualche soldo e il biglietto del treno per proseguire il viaggio verso la Francia. Ovviamente la polizia li aspettava al binario e si è messa di traverso: viaggio interrotto, tutti in Questura.
Nove ore passate tra fotosegnalazioni e impronte digitali; i biglietti per la Francia sequestrati; qualche bassezza poliziesca («Siete voluti venire venire in Italia!, ecco cosa vi aspetta!» ha urlato un agente, mostrando loro i genitali); poi il gruppo viene diviso: due vengono trattenuti e gli altri sbattuti fuori, ad arrangiarsi sotto la pioggia. Proseguire il viaggio non possono e rimangono impigliati in città ad aspettare il momento buono.
Ignoriamo al momento se i due trattenuti siano finiti al Cie oppure in carcere: sta il fatto che oggi al Centro sono arrivati cinque tunisini, non sappiamo se intercettati a Torino o a Ventimiglia. Nonostante l’infittirsi dei rimpatri, alcuni reclusi dell’area verde sono ancora tenuti all’adiaccio, con un chiaro intento punitivo e per tenere i posti che si sono liberati pronti per accogliere questi nuovi arrivati.
(Passata per ora - a forza di durezze detentive, psicofarmaci e rimpatri coatti - l’ondata di proteste collettive, in Corso Brunelleschi ritornano in primo piano le proteste individuali, spesso condite di autolesionismo. Nella solo area rossa, oggi, un recluso è finito all’ospedale con dei tagli profondi alla mano ed un altro è stato liberato dopo essersi ingoiato cinque pile.)
macerie @ Marzo 30, 2011
Pacchi e partenze
Diario
Aumenta il ritmo delle deportazioni dai vari Cie italiani verso la Tunisia. È evidente che il Ministero voglia, zitto zitto, fare posto al più presto possibile per nuovi reclusi che arriveranno da Lampedusa, magari dopo essere passati da qualcuna di questi nuove strutture strane un po’ Cie un po’ Cara che il Governo sta aprendo nel Sud (a Mineo e a Manduria, per ora). Sempre che non riesca ad organizzare qualche bella deportazione di massa direttamente da Lampedusa, come sembra trasparire dalle ultime dichiarazioni di Maroni, di tutti quelli che non hanno la prontezza di chiedere formalmente asilo appena messo un piede a terra: ma su questo staremo a vedere.
Venerdì scorso sono stati portati via dal Centro almeno quattro tunisini. Due di loro volevano tornarsene a casa, gli altri due no. L’ufficio immigrazione, per evitare casini, ha pensato bene di convocarli uno ad uno e di tirar loro un bel pacco: «vi cambiamo di Cie», hanno detto loro, perché «qui non c’è più spazio». E viste le condizioni pietose in cui versa corso Brunelleschi loro ci hanno creduto e si sono ritrovati su di un aereo per Roma e da lì in un altro per Tunisi già pieno di loro connazionali arrivati da altri Centri. Dicono che gli aerei per la Tunisia fossero addirittura due, e questo fa pensare a voli speciali più che a voli di linea. E dicono pure che la solita nave che parte il sabato da Genova per attraccare poi la domenica fosse pure lei abbastanza piena di rimpatriati.
Oggi altra gente è stata caricata - senza sotterfugi, a quanto pare - e portata via: non sappiamo ancora quanti, ma di questo passo potranno rapidamente svuotare l’area verde e distribuirne i reclusi nei buchi liberi che si sono venuti a creare nel resto del Centro. Reclusi che, fino a questa mattina, erano ancora in buona parte sistemati all’aperto.
macerie @ Marzo 28, 2011
Aucun commentaire:
Enregistrer un commentaire